Note critiche                        

 

"La meditazione si svolge nel sublime incantesimo del silenzio che si è oggettivato nel paesaggio. I contorni delle cose appena apparsi sembrano dileguare nel mare dell' essere"
(Francesco Saporito in "La zattera" maggio 1971)

"Il colore, che è nel quadro l' elemento primo , fondamentale, giunge a un simile risultato perché osservato in natura non nel suo quieto ditendersi sugli oggetti , ma nella sua potenzialità costruttiva"
(Isabella Lapi in "Eco d' arte moderna")

"I suoi quadri mi sono apparsi come un dolce bagno di luce in cui si iscrive una segreta stenografia d' anima"
(Gastone Breddo da una lettera pubblicata sulla monografia da Maria Pacini Fazzi Editore
-Lucca 1984)

"Alcuni critici , come gli amici Nicola Micieli e Dino Carlesi , si sono invece preoccupati da tempo di indicare i fatti artistici eminenti della loro provincia, territorio , regione, facendo un lavoro molto meritorio, al quale le future storie saranno molto debitrici.
E le indicazioni di Micieli su Alessandro Casale sono estremamente sensibili , tutt' altro che raccolte dal magazzino delle cose smesse.
Basterebbe un paesaggio di così sottile lirismo come "Albeggiare" (1969) per delinearci una personalità sottile, volta a raccogliere i languori poetici della campagna ,come sembra quella di Alessandro Casale che ora il Micieli ci presenta nella sua compiuta opera pittorica "

(Raffaele de Grada , dalla prefazione alla monografia "Casale")

"E il colore ? Uno strumento per fare "esistere" ciò che non è in natura, un felice abbaglio lirico, forse per recuperare attraverso la mente l' elegia nascosta delle cose e farla divenire forma e linea e sintesi : la malinconia deve pure crearsi il proprio spazio critico e visibile , adagiarsi su queste desolate pianure a cui invano il pittore offre il punteggire vivido delle piccole masse colorate e la felicità di una luce marina che pare l' estremo sussulto di una fiducia terrena"
(Dino Carlesi ,da Testimonianze nella monografia "Casale")

"Che sia fitta di notazioni o rada e pressochè liquida , che conservi traccia più o meno riconoscibile delle apparenze sensibili , la pittura diviene racconto di sommessa elegia , lirico colloquio con una natura umanizzata e speculare , talchè i resti che so d' un pesce in via di mutazione fossile (L' ultima spiaggia -1978) di riassimilazione nella morfologia del " paesaggio" di pietre e sabbia sedimentata, assumono il valore di un documento esemplare ,d' una testimonianza caldamente partecipata come una storia umana . Ho detto intimo e sommesso colloquio . Non sfuggirà la sinestesia dei silenzi cui introduce l' immagine paesistica di Casale .La tecnica dei campi lunghi e degli orizzonti lontanati , la cui sovranità di una luce totale interna alla materia e da essa promanante (una luce irreale e filtrante che annulla i volumi e dissolve i contorni ) sono gli elementi formali che conciliano l' intuizione leopardiana delle essenze. A tale intuizione il silenzio è funzionale , perché nutrito di voci lontane e suoni misteriosi captabili per esercizio meditativo e di raccoglimento.E' appunto per via della riflessione che Casale ha filtrato e decantato le facili suggestioni visive e le emozioni immediate,riducendo il paesaggio a una storia di schermo ideale che lascia trasparire non più le cose ma le loro
impronte .
Si comprenderà quindi la particolare collocazione dell' immagine tra il naturalismo e astrazione ,essendo compresenti la referenza oggettiva ,per quanto mai banalmente imitativa, e la pura economia Formale di colori e segni di autonomo valore espressivo"

("Nicola Micieli, tratto dalla monografia "Casale")

" E' comunque il paesaggio una scena in cui si distinguono a malapena a volte le presenze umane volutamente mescolate agli altri reparti della natura, il soggetto prediletto dal pittore avellinese , ma lucchese di adozione , un paesaggio in cui riesce a immergersi completamente per riesumare da esso tutto quanto è legato alla vita della natura e dell' uomo "
(Mario Rocchi, in "La Nazione" del 13 ottobre 1998)

"La pittura di Alessandro Casale ha tutte le caratteristiche che non piacciono a quelli che hanno del paesaggio un' idea superficiale e pittoresca fatta di facili suggestioni e di piacevoli scorci.
E questo tanto per cominciare è merito non da poco. Significa , infatti che il suo obbiettivo non è di descrivere la realtà esterna a cui eventualmente fa riferimento , ma di trasmettere attraverso le immagini che dipinge , una dimensione più raffinata e profonda sensibilità spirituale , una sua personale visione del mondo direttamente comprensibile , ma portata a un alto grado di meditata sintesi compositiva "

(Francesco Poli , da una lettera a Casale del 5 agosto 2000)

"Le opere di Casale rappresentano una visione essenziale della realtà :
continui richiami alla natura , ai fiori , alla mutazione vitale delle stagioni.E' il paesaggio il suo tema preferito , il paesaggio della terra soleggiata e generosa della sua Irpinia , della sua Toscana ,il paesaggio della sua anima "

("Carmine Clericuzio , dal quotidiano "Il Giornale " della Campania -Avellino ,del 2 febbraio
2001)